È il giorno che non ti aspetti ma che insegui da nove, lunghi anni. Il giorno in cui tutto torna, in cui il passato si riannoda al presente e apre uno spiraglio sul futuro. Alle 17.30 al “Carisport” di Cesena va in scena l’ultimo atto del Torneo delle Regioni di Calcio a Cinque, categoria Juniores Under 19. E per la seconda volta nella sua storia recente, la Puglia c’è.
Da Aosta 2016 a Cesena 2025, la distanza non si misura solo in chilometri. È un salto generazionale, tecnico ed emotivo. Nella mente dei più esperti torna quella finale persa contro il Veneto, il 5-1 che fece da spartiacque. Proprio come oggi, in panchina c’era il dottor Agostino Spinelli, oltre a Saverio Mascolo, figura simbolo del futsal pugliese, “padre nobile” di un movimento che non ha mai smesso di crederci, anche quando le cose sembravano non girare. Anche quando, per anni, superare la fase a gironi sembrava un traguardo troppo lontano.
Oggi, nove anni dopo, a raccogliere quell’eredità c’è Maurizio Di Pinto, selezionatore della Rappresentativa Under 19 per il secondo anno consecutivo. Determinato e sempre molto lucido nei momenti chiave, ha costruito una squadra che gioca bene, sa soffrire e non si arrende mai. Nel suo staff tecnico il vice Francesco Clemente, con lo stesso vissuto, la stessa passione, lo stesso orizzonte comune: far crescere questi ragazzi giorno dopo giorno, centimetro dopo centimetro.
Una cavalcata lunga sei giorni e 96 partite complessive, tra palazzetti rinnovati dopo le ferite delle alluvioni e una terra, la Romagna, che ha fatto della resilienza la propria identità, proprio come nel dna del futsal. Un torneo dove non c’è spazio per il caso, dove serve preparazione, spirito di gruppo, talento. E cuore. Tanto cuore.
È quello di Laselva, che fino all’ultimo allenamento è in dubbio per un problema al ginocchio. Al 70% è fuori. Ma poi stringe i denti, parte per l’Emilia, scende in campo e fa la differenza. È già a quota cinque reti, decisivo contro il Lazio in semifinale con una doppietta. È quello di Lovino, febbre alta alla vigilia del debutto, come l’anno scorso in Calabria quando non scese in campo neanche un minuto per una brutta influenza. Sembra fuori, invece lo staff medico lo rimette in piedi, lui risponde con sei gol in quattro partite, l’ultimo quello decisivo che spalanca le porte della finale alla Puglia. Doveva essere il torneo della sua consacrazione, così è stato finora. E adesso manca solo la ciliegina sulla torta.
È anche il torneo di Giannini, altro protagonista silenzioso ma determinante, autore di tre gol pesantissimi in questo percorso, sempre puntuale nel farsi trovare pronto quando serve. Segna, corre, lotta: è il simbolo di una squadra che non ha paura di prendersi le sue responsabilità.
E poi ci sono i 2006, i “grandi” del gruppo: Lopez, Miccoli e pochi altri. Ma la vera forza sta nei 2007, in una squadra giovane, sotto età, che corre, si aiuta, si parla, si sostiene. In campo e fuori. È un collettivo senza prime donne, dove il talento individuale trova senso solo dentro la maglia della Puglia.
L’ultima sfida, la più dura, è contro una Sicilia in stato di grazia, reduce dall’8-1 inflitto alla Lombardia. Un remake della finale del 2010, ancora una volta tra isolani e pugliesi. Allora vinse la Sicilia, oggi si riparte da zero. Con un risultato positivo i ragazzi di Sciortino eguaglierebbero nel medagliere il record di titoli del Lazio (otto). Per la Puglia, invece, sarebbe il terzo trionfo e probabilmente il più bello, perché costruito con pazienza, coraggio, mentalità e visione.
A sostenere la spedizione pugliese c’è, come sempre, il Presidente Vito Tisci, mai distante dalle sorti delle sue squadre. La sua presenza costante, discreta ma solida, ha fatto la differenza nei momenti più duri: dopo le eliminazioni dolorose dell’Under 15 e dell’Under 17 ai quarti, ieri in semifinale con le ragazze. Oggi, il suo sguardo è rivolto alla finale Under 19, con la speranza di tornare a sollevare un trofeo che manca dal 2015, quando in Lombardia vinse proprio la selezione femminile di Gianvito Defilippis. In campo, tra le protagoniste, c’era Marilisa Tricarico. Oggi siede in panchina accanto al suo ex allenatore, segno che il tempo passa ma la passione resta.
Oggi non si gioca solo una finale. Oggi si scrive comunque una nuova pagina del futsal pugliese. Una storia di persone, di sacrifici, di talenti cresciuti un passo alla volta. Oggi guardiamo al futuro con rinnovata fiducia. E, comunque vada, la Puglia è già dentro. Ad un passo dal sogno più bello.